L’obiettivo degli autori di questo studio era determinare le incidenze dei segni clinici e del danno renale acuto indotto dall’ingestione di uva nei cani e gatti, e le terapie istituite dai veterinari.
Sono stati inclusi nello studio 95 cani e 13 gatti con comprovata ingestione di uva. Quattordici cani e due gatti hanno sviluppato segni clinici: vomito (11/16, 68,8%), letargia (5/16, 31,3%), diarrea (3/16, 18,8%), anoressia (3/16, 18,8%), tremori (2/16, 12,5%) e irrequietezza (1/16, 6,3%). L'incidenza complessiva dei segni clinici è stata del 14,7% nei cani e del 15,4% nei gatti. Un cane (1/95, 1%) ha sviluppato un danno renale acuto, mentre nessun gatto ha evidenziato alterazioni della funzionalità renale. L'induzione del vomito e/o la somministrazione di carbone attivo sono state istituite in 72 su 82 (88%) cani asintomatici, e 8/11 (73%) gatti asintomatici, sei su 14 (43%) cani sintomatici e 2/2 (100%) gatti sintomatici. Complessivamente, l'emesi è stata indotta in 72/95 (76%) cani (tasso di successo del 100%) e nella maggior parte dei casi ha portato alla rimozione dell’uva (98% quando indotto <4 ore dopo l'ingestione e 83% quando indotto da 4 a 12 ore dopo l'ingestione). L'emesi è stata infine indotta in 7/13 (54%) gatti (86% di percentuale di successo), con rimozione dell’uva nell'83% dei casi.
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