Malformazioni congenite multiple in un furetto

Focolaio di iperplasia tiroidea nei parrocchetti
Uno studio descrive un focolaio di gotta con elevata morbilità e mortalità in un gruppo di parrocchetti ondulati (Melopsittacus undulatus) in California. Su 400 uccelli adulti, 45 mostravano segni di malattia, dimagrimento e tumefazione dell’area del gozzo; 15 soggetti su 45 morivano in un periodo di 2-3 mesi.
L’alimentazione consisteva in una miscela commerciale con l’aggiunta di broccoli, avena integrale e carote ma in assenza di minerali o integratori.
Sei uccelli venivano sottoposti ad esame autoptico e tutti presentavano una tiroide notevolmente aumentata di volume. In tutti i soggetti si identificava istologicamente un’iperplasia follicolare tiroidea mentre in 2 uccelli era presente rispettivamente una tiroidite granulomatosa e un adenoma microfollicolare. Le analisi virologiche, batteriologiche, parassitologiche e dei metalli pesanti erano negative o nei limiti della norma. Si misurava lo iodio totale nelle tiroidite degli uccelli affetti
Dopo l’integrazione di iodio e l’eliminazione dei broccoli dalla dieta, il proprietario segnalava l’aumento di peso e un minore tasso di mortalità tra i soggetti clinicamente affetti; non si ammalavano altri soggetti.
I fattori predisponenti del focolaio descritto erano verosimilmente la presenza di broccoli, data la loro capacità di legare lo iodio, e la completa mancanza di integrazione di minerali nella dieta degli animali.
I focolai di gotta caratterizzati da elevata mortalità sono rari in tutte le specie e, a conoscenza degli autori, non sono stati descritti precedentemente in una specie aviaria. Il riconoscimento di questa condizione può migliorare gli standard medici e di benessere di queste specie, concludono gli autori.
"An outbreak of thyroid hyperplasia (goiter) with high mortality in budgerigars (Melopsittacus undulatus).” Panayiotis Loukopoulos; Adrienne C Bautista; Birgit Puschner; Brian Murphy; Beate M Crossley; Ian Holser; Lucy Gomes7 H L Shivaprasad; Francisco A Uzal.
J Vet Diagn Invest. January 2015; 27 (1): 18-24.
Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD
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Uno studio descrive un focolaio di gotta con elevata morbilità e mortalità in un gruppo di parrocchetti ondulati (Melopsittacus undulatus) in California. Su 400 uccelli adulti, 45 mostravano segni di malattia, dimagrimento e tumefazione dell’area del gozzo; 15 soggetti su 45 morivano in un periodo di 2-3 mesi. L’alimentazione consisteva in una miscela commerciale con l’aggiunta di broccoli, avena integrale e carote ma in assenza di minerali o integratori.
Sei uccelli venivano sottoposti ad esame autoptico e tutti presentavano una tiroide notevolmente aumentata di volume. In tutti i soggetti si identificava istologicamente un’iperplasia follicolare tiroidea mentre in 2 uccelli era presente rispettivamente una tiroidite granulomatosa e un adenoma microfollicolare. Le analisi virologiche, batteriologiche, parassitologiche e dei metalli pesanti erano negative o nei limiti della norma. Si misurava lo iodio totale nelle tiroidite degli uccelli affetti
Dopo l’integrazione di iodio e l’eliminazione dei broccoli dalla dieta, il proprietario segnalava l’aumento di peso e un minore tasso di mortalità tra i soggetti clinicamente affetti; non si ammalavano altri soggetti.
I fattori predisponenti del focolaio descritto erano verosimilmente la presenza di broccoli, data la loro capacità di legare lo iodio, e la completa mancanza di integrazione di minerali nella dieta degli animali.
I focolai di gotta caratterizzati da elevata mortalità sono rari in tutte le specie e, a conoscenza degli autori, non sono stati descritti precedentemente in una specie aviaria. Il riconoscimento di questa condizione può migliorare gli standard medici e di benessere di queste specie, concludono gli autori.
"An outbreak of thyroid hyperplasia (goiter) with high mortality in budgerigars (Melopsittacus undulatus).” Panayiotis Loukopoulos; Adrienne C Bautista; Birgit Puschner; Brian Murphy; Beate M Crossley; Ian Holser; Lucy Gomes7 H L Shivaprasad; Francisco A Uzal.
J Vet Diagn Invest. January 2015; 27 (1): 18-24.
Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD
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Transizione della dieta nella calopsitta
Proteine di fase acuta ed elettroforesi proteica nel furetto
Ostectomia della testa del femore per la lussazione coxofemorale del coniglio
Ventilazione meccanica dei crotali

Plasma arricchito di piastrine per la riparazione tissutale nei cheloni
Mastite stafilococcica della coniglia: risposta immunitaria dell’ospite
Le infezioni da stafilococchi causano sostanziali perdite economiche nel sistema produttivo commerciale del coniglio e si associano a una varietà di lesioni, inclusa la mastite cronica suppurativa che colpisce soprattutto le femmine da riproduzione.
La maggior parte delle infezioni stafilococciche croniche del coniglio sono causate dal ceppo ST121 di Staphylococcus aureus ma possono esser coinvolti anche altri ceppi meno comuni come ST96.
Uno studio ha caratterizzato la risposta immunitaria dell’ospite nei casi naturali di mastite del coniglio causati da S. aureus ST121, ha valutato le relazioni tra immunità periferica e locale e indagato l’effetto dei diversi genotipi di S. aureus ST121 su tale risposta immunitaria.
Si includevano coniglie adulte (n=204) multipare affette da mastite stafilococcica cronica. Si riscontravano differenze nel numero di cellule infiltranti in base al tipo di mastite, con le lesioni più immature che dimostravano maggiore cellularità,
caratterizzata da un elevato numero di linfociti T, macrofagi e plasmacellule.
Si notava una relazione tra le cellule ematiche e del tessuto mammario, la più notevole delle quali era la correlazione positiva tra monociti ematici e macrofagi tissutali. Quando le cellule erano infettate dai ceppi ST96 si identificavano meno granulociti e un numero maggiore di linfociti B, linfociti T, linfociti T CD4+ e linfociti T CD8+.
“Host responses associated with chronic staphylococcal mastitis in rabbits” Irene Guerreroa, et al. The Veterinary Journal. Volume 204, Issue 3, June 2015, Pages 338–344
Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD
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Le infezioni da stafilococchi causano sostanziali perdite economiche nel sistema produttivo commerciale del coniglio e si associano a una varietà di lesioni, inclusa la mastite cronica suppurativa che colpisce soprattutto le femmine da riproduzione. La maggior parte delle infezioni stafilococciche croniche del coniglio sono causate dal ceppo ST121 di Staphylococcus aureus ma possono esser coinvolti anche altri ceppi meno comuni come ST96.
Uno studio ha caratterizzato la risposta immunitaria dell’ospite nei casi naturali di mastite del coniglio causati da S. aureus ST121, ha valutato le relazioni tra immunità periferica e locale e indagato l’effetto dei diversi genotipi di S. aureus ST121 su tale risposta immunitaria.
Si includevano coniglie adulte (n=204) multipare affette da mastite stafilococcica cronica. Si riscontravano differenze nel numero di cellule infiltranti in base al tipo di mastite, con le lesioni più immature che dimostravano maggiore cellularità,
caratterizzata da un elevato numero di linfociti T, macrofagi e plasmacellule.
Si notava una relazione tra le cellule ematiche e del tessuto mammario, la più notevole delle quali era la correlazione positiva tra monociti ematici e macrofagi tissutali. Quando le cellule erano infettate dai ceppi ST96 si identificavano meno granulociti e un numero maggiore di linfociti B, linfociti T, linfociti T CD4+ e linfociti T CD8+.
“Host responses associated with chronic staphylococcal mastitis in rabbits” Irene Guerreroa, et al. The Veterinary Journal. Volume 204, Issue 3, June 2015, Pages 338–344
Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD
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