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Test di fragilità osmotica e altri test per la diagnosi di anemia emolitica
Durante il recente Congresso internazionale di Scivac, tenutosi a Rimini il 27-29 maggio 2022, la Dottoressa Chiara Agnoli ha posto l'attenzione sui test che possono aiutare il clinico nella diagnosi di anemia emolitica.
Infatti, ai fini di una corretta caratterizzazione e valutazione delle diagnosi differenziali del processo emolitico, oltre alla valutazione anamnestica, al segnalamento, alla valutazione della presentazione clinica del paziente e all’iniziale screening ematochimico, ci possono supportare altri test e strumenti non sempre applicati/ o applicabili nella routine, e talvolta dimenticati o sottoutilizzati quali ad esempio: test di fragilità osmotica, test di Coombs’ diretto e indiretto, test di auto-agglutinazione salina (SAT), tecniche citofluorimetriche, quantificazione della metaemogloblina e valutazioni dello striscio ematico e delle alterazioni della morfologia eritrocitaria
Quando i gastro-protettori sono davvero necessari?
Lo stomaco accumula, tritura e lentamente spinge il cibo parzialmente digerito nell’intestino prossimale dove continua il processo digestivo e l’assorbimento dei principi nutritizi. Lo stomaco ha un’importante azione secretoria e controlla l’appetito e la sazietà. Il pH gastrico nel cane sano rimane <2 per >85% delle 24 ore e valori simili sono riportati nel gatto. Il cane, però, rispetto all’uomo ha un’attività secretoria acida basale inferiore ma il picco in risposta a stimolazione è assai maggiore. Di conseguenza, l’effetto tamponante esercitato dal cibo che si osserva nell’uomo dopo i pasti è molto meno marcato nel cane e probabilmente anche nel gatto. I farmaci gastroprotettori generalmente usati nel cane e nel gatto comprendono le seguenti categorie: 1) antiacidi; 2) antagonisti dei recettori istaminergici di tipo 2; 3) inibitori della pompa protonica; 4) misoprostolo; 5) sucralfato.
Situazioni in cui usare i gastroprotettori: qual è l’evidenza nel cane e nel gatto? Nel corso della relazione il Prof. Silvestrini ha condiviso la sua esperienza personale e ha illustrato l’attuale evidenza scientifica sull’uso dei gastroprotettori in condizioni patologiche come erosione e ulcera gastro-duodenale, esofagite da reflusso, gastrite da Helicobacter, danno della mucosa gastrica stress-indotto, malattia epatica, pancreatite, malattia renale e sanguinamento da trombocitopenia.
Valutazione di carbossiemoglobina e metaemoglobina nelle malattie respiratorie del cane e del gatto
L’obiettivo degli autori di questo studio retrospettivo era valutare i livelli di carbossiemoglobina (COHb) e metaemoglobina (MetHb) nei cani e gatti ricoverati in terapia intensiva e affetti da malattie respiratorie.
Sono stati quindi selezionati tutti i cani (n = 466) e i gatti (n = 97) ricoverati in terapia intensiva tra gennaio 2016 e gennaio 2019, e ai quali è stato effettuato un esame emogasanalitico con co-ossimetria. Cani e gatti sono stati poi stratificati: pazienti affetti da patologie respiratorie primarie e pazienti con patologie non respiratorie; per tutti i pazienti inclusi è stata altresì individuata e registrata la causa della malattia. Sono stati infine analizzati i parametri relativi all'esame emogasanalitico venoso, il co-ossimetro, il rapporto PaO2/FiO2 (rapporto PF), i dati relativi all’esame obiettivo e l'outcome dei pazienti.
Vaccinazione degli animali nei confronti di SARS-CoV-2
Giovanni Di Guardo, già professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, sostiene che ci sia evidenza scientifica della diffusione zoonotica del SARS-CoV-2 dalle specie animali selvatiche e domestiche alle persone. In tal senso, per limitare lo sviluppo di nuove varianti, dovrebbero essere sviluppati vaccini e programmi di vaccinazione che includano tutte le specie suscettibili all’infezione e in grado trasmettere il virus.
'We should be vaccinating domestic and wild animal species against Covid-19' Giovanni Di Guardo. Vet Rec. 2022 Apr;190(7):293. doi: 10.1002/vetr.1660.
Trattamento delle patologie immunomediate del cane e del gatto
Il trattamento delle malattie immunomediate dei cani e dei gatti continua a modularsi man mano che nuove terapie vengono adattate dalla medicina umana.
I glucocorticoidi rimangono il trattamento di prima linea, seguiti da immunosoppressori definiti “di seconda linea” tra cui ciclosporina, azatioprina (soprattutto ne cani), clorambucile o micofenolato. Le terapie di seconda linea vengono introdotte nei casi in cui non vi sia un’adeguata risposta del paziente o quando sono evidenti gravi effetti collaterali legati alla terapia cortisonica o, ancora, possono essere associati nel caso di presentazioni cliniche gravi che mettono a rischio la vita del paziente.
Rilievi TC della criptococcosi nasale negli animali da compagnia
Cryptococcus spp. è responsabile di forme di rinite cronica nei cani e nei gatti. Attualmente, le descrizioni delle caratteristiche di imaging della tomografia computerizzata (TC) nei quadri di criptococcosi nasale degli animali da compagnia risultano limitate.
Pertanto, gli autori di questa serie di casi retrospettivi miravano a descrivere le caratteristiche TC delle lesioni in corso di criptococcosi nasale nei cani e nei gatti.
Incidenza del danno renale acuto secondario all'ingestione di uva nei pet
L’obiettivo degli autori di questo studio era determinare le incidenze dei segni clinici e del danno renale acuto indotto dall’ingestione di uva nei cani e gatti, e le terapie istituite dai veterinari.
Sono stati inclusi nello studio 95 cani e 13 gatti con comprovata ingestione di uva. Quattordici cani e due gatti hanno sviluppato segni clinici: vomito (11/16, 68,8%), letargia (5/16, 31,3%), diarrea (3/16, 18,8%), anoressia (3/16, 18,8%), tremori (2/16, 12,5%) e irrequietezza (1/16, 6,3%). L'incidenza complessiva dei segni clinici è stata del 14,7% nei cani e del 15,4% nei gatti. Un cane (1/95, 1%) ha sviluppato un danno renale acuto, mentre nessun gatto ha evidenziato alterazioni della funzionalità renale. L'induzione del vomito e/o la somministrazione di carbone attivo sono state istituite in 72 su 82 (88%) cani asintomatici, e 8/11 (73%) gatti asintomatici, sei su 14 (43%) cani sintomatici e 2/2 (100%) gatti sintomatici. Complessivamente, l'emesi è stata indotta in 72/95 (76%) cani (tasso di successo del 100%) e nella maggior parte dei casi ha portato alla rimozione dell’uva (98% quando indotto <4 ore dopo l'ingestione e 83% quando indotto da 4 a 12 ore dopo l'ingestione). L'emesi è stata infine indotta in 7/13 (54%) gatti (86% di percentuale di successo), con rimozione dell’uva nell'83% dei casi.
Linee guida per la gestione del dolore nel cane e nel gatto
Queste linee guida aggiornate presentano un approccio pratico e logico alla valutazione e alla gestione del dolore acuto e cronico nel cane e nel gatto. Per ottenere il successo terapeutico è fondamentale saper riconoscere il dolore; in questo studio sono stati prodotti degli algoritmi per la valutazione del dolore sia acuto che cronico. In particolare, per il dolore cronico è importante la valutazione del proprietario; per questo sono stati descritti gli strumenti di valutazione del dolore utili per i proprietari di animali domestici. Le linee guida discutono le opzioni di trattamento incentrate su terapie analgesiche preventive e multimodali. Esiste un'ampia varietà di opzioni terapeutiche farmacologiche e non farmacologiche per la gestione del dolore acuto e cronico nel cane e nel gatto. Le linee guida includono un algoritmo decisionale a più livelli che dà priorità all'uso delle modalità terapeutiche più efficaci per il trattamento del dolore acuto e cronico.
“2022 AAHA Pain Management Guidelines for Dogs and Cats” Margaret E Gruen, et al. J Am Anim Hosp Assoc. 2022 Mar 1;58(2):55-76. doi: 10.5326/JAAHA-MS-7292.
Utilizzo del termometro ad infrarossi nel cane e nel gatto
L’obiettivo di questo studio era quello di valutare la concordanza tra la temperatura rettale e la temperatura misurata con il termometro a infrarossi senza contatto (noncontact infrared thermometer, NCIT) in una popolazione di cani e gatti.
In questo studio osservazionale e multicentrico sono stati inclusi, in modo retrospettivo, 168 cani e 61 gatti. Le letture NCIT sono state rilevate in triplicato dal padiglione auricolare mediale; quindi, è stata rilevata la temperatura rettale con un termometro rettale digitale (rectal thermometer, RT). Inoltre, sono stati registrati i seguenti dati: temperatura ambientale, segnalamento, presenza di ittero, colore della pelle e del mantello, motivo della visita e diagnosi finale.
Utilizzo dell'ossigeno iperbarico nel processo di guarigione delle ferite nel cane e nel gatto
In medicina veterinaria, le ferite cutanee hanno un'elevata incidenza nella pratica clinica quotidiana. L’ossigenoterapia iperbarica (hyperbaric oxygen therapy, HBOT) è attualmente riconosciuta come uno dei migliori trattamenti adiuvanti nel processo di guarigione delle ferite. L'obiettivo di questo studio pilota era quello di valutare l'effetto terapeutico dell'HBOT in ferite gravi classificate secondo la Modified Vancouver Scale (MVS > 10 e ≤ 15; MVS > 15).
Sono stati inclusi nello studio 41 cani e gatti afferenti presso un singolo Centro Veterinario di Lisbona. Gli animali sono stati trattati con Ossigeno al 100% e 2,4 atmosfere assolute per 90 minuti. Le ferite dei pazienti sono state valutate utilizzando l'MVS al momento del ricovero, dopo 24, 48, e 72 ore dall'HBOT e al momento della dimissione. Inoltre, sono stati registrati gli effetti collaterali maggiori (major side effects, MSE) e minori durante ogni sessione di trattamento.