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Terapia medica pre-chirurgia nei cani con shunt portosistemico
La dieta epatica (Hepatic supportive diet, HSD), il lattulosio e gli antimicrobici sono trattamenti medici per i cani con shunt portosistemico extraepatico congenito (congenital extrahepatic portosystemic shunts, cEHPSS). Tuttavia, Il contributo relativo dei singoli componenti del trattamento non è noto. L’obiettivo di questo studio era quello di determinare quale combinazione di trattamento fosse la più efficace nel controllo pre-chirurgico dei segni clinici nei cani con diagnosi di cEHPSS.
In questo studio clinico randomizzato sono stati inclusi 36 cani con cEHPSS non in terapia. Al momento dell'inclusione (T0), i cani sono stati divisi in 3 gruppi: HSD (n = 12), HSD + lattulosio (n = 12) o HSD + metronidazolo (n = 12). I cani hanno ricevuto il trattamento randomizzato per 4 settimane (T1) e in seguito il trattamento combinato HSD + lattulosio + metronidazolo per 2 settimane o fino all'attenuazione dello shunt (T2). Il punteggio clinico, l’ammoniemia a digiuno (fasting ammonia, FA) e la proteina C-reattiva (CRP) sono stati confrontati tra i gruppi e nei diversi timepoint.
Utilizzo dell'omeprazolo a deposito per via intramuscolare nel cane
L’obiettivo degli autori era quello di valutare l'efficacia di una singola somministrazione intramuscolare di omeprazolo a lunga durata d'azione (LA-OMEP) nell'aumentare il pH gastrico dei cani. Gli autori hanno altresì ipotizzato che LA-OMEP potesse soddisfare, nei cani sani, gli stessi obiettivi clinici definiti per i pazienti umani per il trattamento dell'ulcera gastroduodenale.
Si tratta di uno studio sperimentale prospettico. Ai 9 cani sani è stato somministrato LA-OMEP ad un dosaggio di 4 mg/kg per via intramuscolare. Il pH gastrico è stato registrato continuamente nei giorni di trattamento da 0 a 7. Sono stati determinati il pH gastrico medio giornaliero e il pH gastrico medio del tempo percentuale (MPT) ≥3 o ≥4.
Fattori che influenzano l'outcome in corso di colpo di calore nel cane
Si prevede che la prevalenza del colpo di calore (Heat-related illness, HRI) aumenterà nei cani a causa dell'aumento delle temperature globali. L’obiettivo di questo studio retrospettivo era quello di rilevare i fattori di rischio associati allo sviluppo e alla gravità del colpo di calore nel cane.
Sono state valutate la variabilità geografica e le condizioni ambientali associate agli eventi HRI nei cani residenti nel Regno Unito. Inoltre, sono stati analizzati i fattori di rischio intrinseco (legati al cane) ed estrinseco (posizione, fattore scatenante, clima ambientale) associati alla gravità della malattia e all’outcome.
Concentrazione di adipochine nei cani con malattia renale cronica
In medicina umana, alterazioni delle concentrazioni di adipochine sono associate alla progressione della malattia renale cronica (CKD). Tuttavia, il ruolo di queste molecole nei cani con insufficienza renale cronica rimane poco chiaro.
Gli obiettivi degli autori erano quelli di verificare se le concentrazioni sieriche di adipochine differissero tra cani sani e cani con insufficienza renale cronica e determinare la correlazione tra le concentrazioni sieriche di adipochine e la gravità dell'insufficienza renale cronica nella specie canina.
Infezioni polimicrobiche del tratto urinario nel cane
Le infezioni del tratto urinario (UTI) causate da Escherichia coli ed Enterococcus spp., che sono spesso isolati nelle UTI polimicrobiche, causano morbilità nei cani e giustificano l’utilizzo di una terapia antimicrobica. L’obiettivo del presente studio era quello di valutare le caratteristiche cliniche dei cani con UTI polimicrobica da E. coli ed Enterococcus spp.
In questo studio di coorte retrospettivo sono state valutate le cartelle cliniche di cani afferenti presso un ospedale universitario dal 2014 al 2019. Sono state determinate la prevalenza di UTI ricorrenti e la resistenza antimicrobica. Sono stati confrontati gli outcome clinici dei cani con infezioni delle vie urinarie ricorrenti, inclusi costi e visite ospedaliere.
Utilizzo di un'insulina a lento rilascio nei cani con diabete mellito
Negli ultimi tempi, per il trattamento del diabete mellito (DM) nei cani, sono state considerate nuove insuline caratterizzate da una frequenza di iniezione ridotta pur mantenendo la stessa sicurezza ed efficacia. L’ipotesi degli autori dello studio era basata sul fatto che il controllo glicemico potesse essere ottenuto nei cani diabetici con un’insulina (AKS-218d) somministrata per via sottocutanea una volta alla settimana.
Si tratta di uno studio clinico prospettico su 5 cani con DM reclutati dall'UC Davis Veterinary Teaching Hospitale dalle cliniche veterinarie locali. I cani precedentemente controllati con insulina ad azione intermedia q12h sono stati trasferiti a iniezioni una volta alla settimana di un costrutto preliminare identificato come AKS-218d. La dose di AKS-218d è stata titolata settimanalmente per 8 settimane in base alla risposta clinica e al sistema di monitoraggio continuo del glucosio ematico. I segni clinici, il peso corporeo, le concentrazioni sieriche di fruttosamina e le concentrazioni medie di glucosio interstiziale (IG) della settimana precedente sono stati confrontati con i valori basali (prima di AKS-218d) e quelli corrispondenti all'ultima settimana di trattamento.
Trattamento dell'osteosarcoma appendicolare canino
L’obiettivo degli autori dello studio era riportare i tempi di sopravvivenza nei cani che hanno ricevuto un protocollo standardizzato di radioterapia palliativa (RT) per il trattamento dell'osteosarcoma appendicolare canino (OSA), in monoterapia, o in combinazione con bifosfonati (BP), e determinare se l'aggiunta di BP potesse influenzare la sopravvivenza. Obiettivo secondario degli autori era quello di identificare le caratteristiche prognostiche che possono influenzare l'outcome nei cani sottoposti al suddetto trattamento.
Nello studio sono stati inclusi retrospettivamente cani con OSA sospetto o confermato, trattati con RT ipofrazionata giornaliera (8 Gy x 2) presso il Flint Animal Cancer Center tra il 2010 e il 2019. I dati clinici sono stati estratti dalle cartelle e sono state annotate le terapie adiuvanti.
Confronto tra radiografie toraciche e proteine di fase acuta nei cani con polmonite
Le proteine di fase acuta (acute phase proteins, APP) possono guidare il trattamento della polmonite nel cane, ma le informazioni riguardo la correlazione tra APP e alterazioni radiografiche sono limitate nel cane. L’obiettivo di questo studio era quello di sviluppare un sistema di punteggio della gravità delle radiografie toraciche (thoracic radiographic severity scoring system, TRSS), valutare la correlazione tra le alterazioni radiografiche e le concentrazioni di APP e confrontare il tempo per la normalizzazione delle APP e delle alterazioni radiografiche con la durata del trattamento antimicrobico.
Sono stati inclusi nello studio 16 cani di proprietà, 12 con polmonite ab ingestis e 4 con polmonite acquisita in comunità. Le concentrazioni di proteina C-reattiva (CRP), amiloide sierica A (SAA) e aptoglobina sono state misurate nei giorni 1, 3, 7, 14, 28 e 60; sono state effettuate delle radiografie toraciche il giorno 1, 7, 14, 28 e 60. Il trattamento è stato deciso dal medico in cieco rispetto alle concentrazioni di APP. I punteggi di gravità radiografica sono stati assegnati tramite una valutazione retrospettiva randomizzata in cieco da parte di 2 radiologi certificati con l'arbitrato di un terzo radiologo.
Utilizzo del fluconazolo nella coccidiomicosi del cane
Gli autori dello studio in questione avevano l’obiettivo di caratterizzare il decorso clinico e la risposta terapeutica dei cani con coccidioidomicosi trattati con fluconazolo.
È stata effettuata una ricerca retrospettiva delle cartelle cliniche per identificare i cani in cui è stata diagnosticata la coccidioidomicosi tra gennaio 2015 e maggio 2020. I dati registrati per ciascun cane includevano segnalamento, segni clinici, risultati dei test diagnostici e trattamento.
Rottura del legamento crociato craniale nel cane: ruolo delle malattie trasmesse da vettore
La rottura del legamento crociato craniale (Cranial cruciate ligament rupture, CCLR) deriva da un processo degenerativo multifattoriale che porta alla rottura del legamento. I patogeni trasmessi da vettore (Vector-borne pathogens, VBP) nei cani possono indurre patologie articolari, ma il loro ruolo nella CCLR non è stato mai studiato. Lo scopo di questo studio era quello di valutare la prevalenza di VBP nei cani con CCLR.
In questo questo studio prospettico sono stati inclusi 46 cani trattati chirurgicamente per CCLR e 16 cani di controllo sottoposti a eutanasia per malattie non-articolari. I campioni raccolti includevano sangue, liquido sinoviale e biopsia della membrana sinoviale. I test infettivi consistevano in sierologia per Leishmania infantum (test ELISA quantitativo), Ehrlichia canis/ewingii, Borrelia burgdorferi, Anaplasma phagocytophilum/platys e Dirofilaria immitis (test 4DX IDEXX) e PCR per L. infantum, Ehrlichia/Anaplasma spp., Bartonella spp ., piroplasmi (Babesia spp. e Theileria spp.) e filarie (D. immitis, Dirofilaria repens, Acanthocheilonema dracunculoides, Acanthocheilonema reconditum e Cercopithifilaria spp.) su campioni di sangue intero e liquido sinoviale. Sono state eseguite, inoltre, la citologia del liquido sinoviale e valutazione istopatologica della membrana sinoviale.