
Michele Tumbarello Med Vet PhD student
Reperti della necrosi osteocondrale femorale dei puledri
Gli autori dello studio avevano l’obiettivo di descrivere i reperti clinici, di imaging e istopatologici associati alla necrosi osteocondrale dei condili femorali nei puledri; obiettivo secondario era l’eventuale identificazione di caratteristiche suggestive di una patogenesi comune.
La TC post-mortem è stata eseguita su tutti i campioni epifisari femorali distali. Il complesso cartilagineo epifisario articolare (AECC) dei femori distali colpiti è stato esaminato grossolanamente e istologicamente, concentrandosi sulle lesioni di interesse identificate sulle immagini TC.
Valutazione degli indici reticolocitari nei gatti con malattia renale cronica
Gli indici reticolocitari sono parametri alternativi alla saturazione della transferrina (TSAT) per la valutazione della sideremia nell'uomo e nel cane, ma non sono stati valutati a fondo nella specie felina. Gli autori di questo studio hanno effettuato una valutazione degli indici reticolocitari per la diagnosi di carenza di ferro nei gatti con malattia renale cronica (CKD) ed ematuria cronica associata a bypass ureterale sottocutaneo (SUB).
Nello studio prospettico osservazionale trasversale sono stati inclusi 64 gatti: 16 sani, 14 CKD senza SUB e 34 CKD con SUB. Gli outcome primari includevano la valutazione dei valori diagnostici degli indici eritrocitari (volume corpuscolare medio, emoglobina e concentrazione di emoglobina: MCV, MCH e MCHC) e degli indici reticolocitari (volume corpuscolare medio, MCVr; emoglobina corpuscolare, CHr), utilizzando TSAT come riferimento.
Utilizzo della rabacfosadina nei cani con linfoma
La rabacfosadina (RAB, Tanovea-CA1) è un nuovo agente chemioterapico, il cui utilizzo è stato recentemente approvato per il trattamento del linfoma nella specie canina.Gli autori del presente studio avevano l’obiettivo di determinare l'efficacia e la sicurezza della RAB nei cani affetti da linfoma.
Nel presente studio sono stati inclusi in maniera prospettica 158 cani con linfoma multicentrico naïve o recidivato. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere RAB o placebo con un rapporto 3: 1. Il trattamento è stato somministrato ogni 21 giorni per un massimo di 5 trattamenti. Gli endpoint dello studio includevano la sopravvivenza libera da progressione (PFS), il tasso di risposta globale (ORR) a una data visita, il miglior tasso di risposta globale (BORR) e la percentuale libera da progressione 1 mese dopo il completamento del trattamento. Sono stati raccolti anche dati sulla sicurezza della molecola.
Alterazioni clinicopatologiche nella sindrome infiammatoria e necrotica dei suini
La sindrome da infiammazione e necrosi dei suini (SINS) può portare a significative alterazioni cliniche della coda, delle orecchie, degli arti e di altre parti del corpo nei suinetti allattanti, nei suinetti e nei suini da ingrasso. I riscontri clinici sono associati a vasculite, proliferazione intimale e trombosi. La sindrome può essere riscontrabile nei neonati, con un'eziologia principalmente endogena. È stato ipotizzato che la SINS sia innescata da modelli molecolari associati ai microbi di origine intestinale, causando squilibri nel metabolismo del fegato e nell'attività dei globuli bianchi periferici che sono coinvolti nella risposta infiammatoria ed emostatica. Al fine di caratterizzare per la prima volta questi squilibri metabolici nella SINS, sono stati analizzati l’esame emocromocitometrico, i parametri emostatici, i metaboliti sierici e le proteine di fase acuta nel siero di 360 suinetti, svezzati e da ingrasso, ciascuno con punteggi SINS significativamente diversi.
I punteggi SINS e i parametri chimici, ematologici e clinici erano significativamente correlati (p < 0,05), soprattutto nei soggetti svezzati ed in quelli all’ingrasso. Gradi più elevati di SINS clinici erano associati a un aumento del numero di monociti e neutrofili. La coagulazione del sangue risultava alterata nei soggetti svezzati ed è stata riscontrata una trombocitopenia nei soggetti da ingrasso. Inoltre, le proteine sieriche di fase acuta, in particolare la proteina C-reattiva e il fibrinogeno si mostravano aumentate. I metaboliti sierici e gli enzimi epatici erano leggermente alterati. I livelli complessivi di aspartato transaminasi hanno superato il limite fisiologico e sono risultati aumentati parallelamente ai punteggi SINS nei soggetti all’ingrasso.
Prevalenza delle chirurgie dell'apparato riproduttore femminile nelle ratte
Le malattie dell’apparato riproduttivo non sono comunemente segnalate nei ratti domestici. Gli autori dello studio avevano pertanto l’obiettivo di riportare: la prevalenza, l'identificazione della malattia, l'outcome e il trattamento delle malattie del tratto riproduttivo nei ratti domestici.
Sono state revisionate le cartelle cliniche di tutte le femmine di ratto presentate dal 2012 al 2020. Gli animali sottoposti a ovarioisterectomia (OHE) e/o ovariectomia (OE) erano idonei per l'inclusione nello studio.
Comorbidità e complicazioni nei puledri con uroperitoneo
L’approccio chirurgico è spesso efficace nel risolvere l'uroperitoneo nei puledri, sebbene si verifichino complicazioni. Le strategie di gestione utilizzate per affrontare queste complicazioni e il loro impatto sulla sopravvivenza non sono stati ancora chiaramente definiti. Lo scopo degli autori dello studio era descrivere le complicanze secondarie alla correzione chirurgica dell'uroperitoneo, documentare le strategie di trattamento e l’outcome dopo l'intervento.
I dati delle cartelle cliniche dei puledri sottoposti a trattamento chirurgico per l'uroperitoneo sono stati recuperati da tre centri chirurgici e sono stati esaminati i casi identificati con complicanze o comorbidità. Il follow-up a lungo termine è stato ottenuto tramite il contatto del proprietario.
Outcome dei cani e gatti trattati con ventilazione a pressione positiva
L’obiettivo degli autori dello studio era quello di determinare le indicazioni e l’outcome della ventilazione a pressione positiva (PPV) nel cane e nel gatto; obiettivo secondario era l’identificazione di eventuali fattori associati al successo dello svezzamento terapeutico.
Sono state revisionate retrospettivamente le cartelle cliniche di 111 cani e 16 gatti; di tali pazienti, sono stati registrati dati relativi a: segnalamento, indicazione per PPV, caratteristiche del paziente, esame emogasanalitico, variabili del ventilatore durante la PPV, durata della PPV ed outcome. I cani erano più comunemente sottoposti a ventilazione assistita per polmoniti (36/111; 32%), mentre i gatti a causa di malattie polmonari multiple (8/16; 50%). La durata mediana del PPV per tutti gli animali era di 25,7 h (intervallo, 0,1-957 h). La PPV a lungo termine (≥24 h) è stata eseguita nel 53% dei casi. Non sono state notate differenze nei tassi di successo dello svezzamento dalla ventilazione tra i casi ventilati per eziologie polmonari (23/99; 23%) rispetto a quelli con malattie non polmonari (9/28; 32%). Complessivamente, 32 su 127 animali (25%; 30 cani, 2 gatti) sono stati svezzati con successo da PPV e 28 su 127 (22%; 26 cani, 2 gatti) sono sopravvissuti alla dimissione dall'ospedale. La ventilazione a lungo termine aveva una maggiore probabilità di successo dello svezzamento (26/67 [39%] vs 6/60 [10%], p = 0,0002) e tassi più elevati di sopravvivenza alla dimissione (23/67 [34%] vs 5/ 60 [8%], p = 0,0005), rispetto alla ventilazione a breve termine. Gli animali con Pao2 /Fio2 e Spo2 /Fio2 più alti e punteggi APPLE e SOFA più bassi al giorno 1 di PPV avevano maggiori probabilità di essere svezzati (p <0,03).
Complicazioni della ventilazione a pressione positiva del cane e del gatto
Gli autori di questo studio hanno voluto determinare le complicanze associate alla ventilazione a pressione positiva (PPV) in cani e gatti.
Sono state revisionate retrospettivamente le cartelle cliniche di 58 cani e 9 gatti; segnalamento, complicazioni associate con PPV, durata di PPV e outcome sono stati registrati.
Caratteristiche della colangioepatite suppurativa del gatto
Gli autori dello studio avevano l’obiettivo di descrivere le caratteristiche cliniche, le comorbidità, la frequenza dell'isolamento batterico e il tempo di sopravvivenza dei gatti con sindrome da colangite-colangioepatite suppurativa (S-CCHS).
I dati sono stati raccolti in modo prospettico (dal 1980 al 2019) in merito a caratteristiche cliniche, comorbidità, infezione batterica, durata della malattia e trattamenti. Le variabili sono state valutate per le associazioni con il tempo di sopravvivenza.
Trattamento dei tumori epiteliali del timo nel cane
Il timoma è un tumore raramente riportato nei cani e dovrebbe essere differenziato dal linfoma mediastinico. I segni clinici possono avere un esordio tardivo e il timoma viene spesso diagnosticato quando si verificano sintomi correlati all'effetto “massa occupante spazio” o a sindromi paraneoplastiche. La TC e i prelievi citologici e bioptici sono utili nel diagnostico differenziale, ma è la citometria a flusso lo strumento diagnostico in grado di fornire informazioni preoperatorie aggiuntive. Tra le sindromi paraneoplastiche segnalate, vi sono per esempio la miastenia gravis e l’ipercalcemia; tuttavia, il loro ruolo come fattori prognostici non è ben determinato.
L'asportazione chirurgica è il trattamento di scelta; la radioterapia adiuvante e/o la chemioterapia possono prolungare la sopravvivenza nei casi di escissione incompleta o quando viene diagnosticato un carcinoma del timo. Le recidive locali e le metastasi sono riportate di rado; pertanto, è previsto un lungo tempo di sopravvivenza se il tumore viene completamente asportato o se viene intrapresa una terapia adiuvante.