
Gaia Carotenuto Med Vet PhDstudent
Consensus Stetement sull’infezione da Streptococcus equi nel cavallo
Un recente Consensus Statement riporta le attuali conoscenze e opinioni pubblicate relativamente ai segni clinici, alla patogenesi, all’epidemiologia, al trattamento, alle complicanze e alle strategie di controllo dell’adenite equina.
Malattia di Lyme nei cavalli
L'infezione da Borrelia burgdorferi è comune nei cavalli che vivono nelle aree in cui la malattia di Lyme è endemica e l’estensione geografica di esposizione è in continuo aumento.
La morbilità conseguente all'infezione da B. burgdorferi nei cavalli è sconosciuta. Sindromi documentate attribuite all'infezione naturale da B. burgdorferi nei cavalli comprendono neuroborreliosi, uveite e pseudolinfoma cutaneo. Sebbene altri segni clinici come zoppia e rigidità siano riportati nei cavalli, spesso questi non sono ben documentati.
Concentrazione urinaria di sodio e ipoadrenocorticismo
Uno studio retrospettivo ha valutato se la concentrazione urinaria di sodio potesse essere utilizzata per escludere l’ipoadrenocorticismo (Morbo di Addison) nei cani iponatriemici.
Sono state esaminate le cartelle cliniche di cani iponatriemici (sodio sierico <135 mmol/L) nei quali fosse stata quantificata la concentrazione urinaria di sodio. Sono stati inclusi 20 cani iponatriemici: 11 con diagnosi di ipoadrenocorticismo tipico e 9 con cause non surrenaliche di iponatriemia.
Complicazioni della sacculectomia laringea nei cani brachicefali
Uno studio retrospettivo ha valutato se la sacculectomia incida sulla frequenza con cui si verificano complicazioni nell’immediato postoperatorio in cani affetti da sindrome brachicefalica o sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori.
Sono state esaminate le cartelle cliniche di cani brachicefali con eversione dei sacculi che sono stati sottoposti ad intervento chirurgico per la sindrome brachicefalica. I cani sono stati suddivisi in 2 gruppi a seconda del tipo di intervento chirurgico: 1) plastica delle narici e stafilectomia, 2) plastica delle narici, stafilectomia e sacculectomia laringea. Le complicazioni sono state classificate come lievi, moderate o gravi.
Cucitrici cutanee monouso nelle incisioni gastrointestinali del cane
Uno studio retrospettivo di coorte ha descritto le caratteristiche cliniche e l’outcome di cani sottoposti a incisioni gastrointestinali lineari chiuse mediante graffette cutanee.
Su 245 cani inclusi nello studio solo 8 (3,27%) hanno presentato complicazioni, di cui 3 (1,22%) sono deceduti o sono stati sottoposti ad eutanasia, 3 (1,22%) sono andati incontro a deiescenza della sutura e in 2 cani (0,81%) un corpo estraneo lineare, all’interno del lume intestinale, è rimasto ancorato alle graffette. Nei 3 cani in cui si è verificata la deiescenza, questa è avvenuta mediamente dopo 44 ore dall’intervento chirurgico (DS ± 6,93). Nei due cani in cui un corpo estraneo lineare si è ancorato alle graffette, ciò è avvenuto rispettivamente al ventiquattresimo e al quarantaduesimo giorno postoperatorio. I fattori di rischio associati alla deiescenza sono risultati essere incisioni gastrointestinali multiple durante la chirurgia e la presenza di un corpo estraneo lineare. Non sono state riscontrate associazioni tra la deiescenza della ferita e: età del soggetto, sesso, peso corporeo, durata della chirurgia, porzione del tratto gastroenterico coinvolta ed esperienza del chirurgo.
Relazione tra rango sociale e profilo ematologico nelle femmine di cervo rosso
Uno studio ha valutato se il ruolo sociale rivestito da un individuo esercitasse un’influenza sul profilo ematologico in una mandria costituita da 24 femmine di cervo rosso iberico.
Di ciascun individuo è stata definita quale fosse la posizione sociale all’interno del gruppo e sono stati prelevati campioni di sangue. I risultati ottenuti sono stati corretti in funzione dell’età e della massa corporea del soggetto.
Reticolocitosi in gatti e cani non anemici
Uno studio retrospettivo multicentrico ha calcolato la percentuale di campioni ematici che presentavano reticolocitosi in assenza di anemia in gatti e cani e ha valutato la causa eziologica e il tasso di mortalità nei soggetti che presentavano questa anomalia ematologica.
Sono stati inclusi 3.956 esami ematologici di gatti e 11.087 di cani ed è stata calcolata la percentuale di campioni in cui era presente reticolocitosi in assenza di anemia. In base ai dati clinici, questi pazienti sono stati classificati come sani o come malati; quelli malati sono poi stati assegnati a 12 gruppi di malattie.
Uccelli da compagnia e in cattività: ruolo di serbatoio di batteri zoonotici
I batteri termofili appartenenti al genere Campylobacter e i batteri appartenenti al genere Salmonella sono agenti zoonotici, comunemente ospitati nell’intestino delle specie aviarie.
Uno studio ha condotto una indagine volta a verificare la presenza di questi microorganismi in una popolazione eterogenea italiana di uccelli da compagnia e rapaci in cattività (ad esempio passeriformi, psittaciformi, accipitriformi, falconiformi e strigiformi) che vivono a stretto contatto con l’uomo.
Confronto dell’immunità mediata da Th1 indotta da due vaccini anti-Leishmaniosi nel cane
La risposta immunitaria protettiva nei confronti della Leishmaniosi canina è principalmente di tipo cellulo-mediata. In Europa sono disponibili in commercio due vaccini per prevenire lo sviluppo di un’infezione attiva da Leishmania nel cane.
Uno studio si è posto l’obiettivo di confrontare la capacità di ciascun vaccino di orientare il sistema immunitario verso una risposta di tipo cellulo-mediata.
Per questo scopo sono stati impiegati 24 cani di razza Beagle di 6 mesi di età sieronegativi nei confronti di Leishmania, i quali sono stati sottoposti, in maniera randomizzata, a 3 diversi tipi di trattamento. Otto soggetti sono stati vaccinati mediante 3 somministrazioni del vaccino LiESP/QA-21 (CaniLeishTM, Virbac) ai giorni (G) 0, 21 e 42; altri 8 soggetti sono stati vaccinati tramite singola somministrazione del vaccino ricombinante Q-protein (LetiFendTM, Leti) al G42 e, infine, agli ultimi 8 soggetti è stata inoculata una singola dose di PBS (PBS, Phosphate Buffered Saline, tampone fosfato salino) al G42. Campioni di sangue sono stati prelevati a G0, G42 e G49 per valutare l’attività leishmanicida dei macrofagi canini (CMLA, Canine Macrophage Leishmanicidal Activity):
- indice di parassitemia, produzione dei derivati dell’ossido di azoto, indice macrofagico M1/M2
- marcatori correlati alla risposta immunitaria Th1
- presenza di linfociti T della memoria effettrice (TEM, T-cells Effective Memory) a livello periferico.
Efficacia di due protocolli per l’asepsi cutanea pre-operatoria nel cane
La maggior parte delle infezioni del sito chirurgico (SSI, surgical site infections) sono causate da agenti commensali e patogeni appartenenti al microbiota del paziente stesso; questi possono includere ceppi resistenti agli antibiotici. L’asepsi pre-chirurgica della cute è una delle misure preventive effettuate per ridurre l’incidenza di SSI e anche per contenere il fenomeno della resistenza agli antibiotici. Tuttavia, in medicina veterinaria, non vi è accordo su quale sia il biocida più efficace.
Uno studio ha valutato l’efficacia di due protocolli di asepsi cutanea pre-chirurgica nei cani. Un totale di 46 soggetti sono stati assegnati in maniera casuale a un protocollo di asepsi con una soluzione acquosa al 7,5% di iodopovidone o con una soluzione alcolica al 2% di clorexidina. Per ciascun cane, sono stati effettuati due tamponi cutanei, pre- e post-asepsi, per la quantificazione batterica mediante tecniche convenzionali e per l’isolamento di specie resistenti alla meticillina.
La maggior parte dei campioni raccolti in post-asepsi non presentava crescita batterica sia nel gruppo trattato con iodopovidone (74%) che nel gruppo trattato con clorexidina (70%). Solo nel 9% dei casi non è stata osservata una significativa riduzione batterica, indicando una possibile resistenza a questi disinfettanti. Inoltre, la riduzione della carica batterica tra pre- e post-asepsi, non era statisticamente significativa tra il protocollo con iodopovidone (6,51±1,94 log10) e quello con clorexidina (6,46±2,62 log10).