
Tardo Antonio Maria
Ruolo dei ruminanti domestici e selvatici nella diffusione del virus dell'epatite E
Nei paesi industrializzati, l'aumento delle infezioni autoctone da virus dell'epatite E (hepatitis E virus, HEV) è causato dalla trasmissione zoonotica dei genotipi (genotypes, Gts) 3 e 4, principalmente attraverso il consumo di carne di maiale cruda o poco cotta contaminata. Sebbene i suini e il cinghiale siano riconosciuti come il principale serbatoio di Gt3 e Gt4, evidenze consolidate indicano che altre specie animali, compresi i ruminanti domestici e selvatici, possono ospitare HEV.
In questo studio, sono stati sottoposti a screening molecolare e sierologico campioni di siero e feci collezionati da due specie di ruminanti domestici e quattro specie di ruminanti selvatici, nelle regioni della Valle d'Aosta e del Piemonte.
Indagine sulle malattie trasmesse da vettori in gatti randagi del Nord Italia
I gatti possono essere colpiti da un'ampia gamma di agenti patogeni trasmessi da artropodi vettori (arthropod-borne pathogens, ABP) di interesse medico e veterinario.
Nel presente studio sono stati ottenuti 85 campioni di sangue da gatti randagi della regione Emilia-Romagna tra febbraio 2018 e ottobre 2019. Inotre, sono state raccolte le zecche (n = 28) che venivano rinvenute sui gatti esaminati. Sono stati quindi applicati metodi sierologici e molecolari per la ricerca di infezioni da Anaplasma phagocytophilum, Bartonella henselae, Coxiella burnetii, Ehrlichia canis, Leishmania spp., Babesia spp., Hepatozoon spp. e Cytauxzoon spp.
Laringectomia totale e tracheostomia permanente nel cane
Le neoplasie laringee costituiscono è un problema clinico poco comune e di difficile gestione. L’intervento chirurgico di laringectomia totale può permettere di ottenere il controllo locale della malattia, ma viene eseguita raramente. In letteratura sono disponibili informazioni limitate riguardo la descrizione dettagliata della procedura e sull'outcome di questi pazienti. L'obiettivo di questo studio era quello di descrivere la tecnica chirurgica e l'outcome della laringectomia totale nel cane.
Nel presente studio sono state valutate, in modo retrospettivo le cartelle cliniche di cani sottoposti ad intervento di laringectomia totale. L’analisi delle cartelle ha permesso di identificare 6 cani. I cani sottoposti alla procedura presentavano una qualità di vita postoperatoria simile a quella dei soggetti sottoposti soltanto a tracheostomia permanente. Il margine chirurgico è stato valutato in 5 dei 6 casi ed era completo in tutti e 5 i casi. Tutti i cani sono sopravvissuti e sono stati dimessi dall'ospedale. Le complicanze post-operatorie erano principalmente correlate all'occlusione o al collasso della tracheostomia, il quale è una complicanza riconosciuta e associata alla tracheostomia permanente.
Dimensioni delle camere cardiache prima e dopo trasfusione in cani e gatti anemici
L’obiettivo del presente studio era quello di valutare l'effetto della trasfusione di sangue sulle dimensioni del cuore sinistro in cani e gatti con anemia clinicamente rilevante.
Sono stati inclusi, in modo prospettico, 20 cani e 20 gatti anemici che necessitavano di trasfusione afferenti presso un singolo ospedale universitario veterinario. In tutti i soggetti, il PCV (packed cell volume), le proteine totali e l'ecocardiografia sono stati eseguiti prima ed entro 24 ore dalla trasfusione di sangue. Sono stati registrati i dati inerenti: segnalamento, peso corporeo, patologia, durata e volume della trasfusione e trattamenti precedenti.
Trattamento chirurgico della dilatazione-torsione gastrica nel cane
L’obiettivo del presente studio era quello di valutare l’utilizzo di una tecnica in due fasi di trattamento, decompressivo immediato e chirurgico ritardato, per la dilatazione-torsione gastrica (gastric dilatation-volvulus, GDV) nel cane.
Sono stati inclusi, in modo retrospettivo, 41 cani di proprietà con diagnosi di GDV dal 2012 al 2016. In tutti i cani, la decompressione gastrica è stata eseguita mediante intubazione orogastrica e lavanda gastrica effettuate durante la stessa anestesia. Se questa prima fase aveva successo, la successiva chirurgia correttiva (laparotomia e gastropessi) veniva ritardata ed eseguita durante una seconda anestesia.
Adenomi ipofisari nel gatto
L’obiettivo del presente studio era quello di descrivere l’esito dell'esame istologico della ghiandola ipofisaria di gatti sottoposti ad esame autoptico o in seguito ad ipofisectomia.
I risultati hanno evidenziato che l'adenoma e l'iperplasia erano le lesioni più comuni. L’adenoma ipofisario era maggiormente associato, rispetto all'iperplasia, all'evidenza clinica di una patologia endocrina o di una massa intracranica (P <0,001). Un esame istochimico e immunoistochimico è stato effettuato su 44 adenomi ipofisari felini derivati da autopsia o ipofisectomia. Gli adenomi venivano differenziati dall'iperplasia per la presenza di fibre di reticolina interrotte. Un gatto aveva un adenoma doppio (somatotropo e melanotropo). In 20 casi erano presenti adenomi somatotropi costituiti da cellule acidofile PAS (periodic acid-Schiff) negative che esprimevano l'ormone della crescita; Tra questi, 16/20 avevano l'ipersomatotropismo e 17/20 avevano il diabete mellito. In 11 casi erano presenti adenomi melanotropi costituiti da cellule basofile o cromofobe PAS positive che esprimevano l’ormone stimolante i melanociti e l’ormone adrenocorticotropo; Tra questi, 5/11 avevano l’ipercortisolismo e 6/11 avevano il diabete mellito. In 11 casi erano presenti adenomi gonadotropi costituiti da cellule cromofobe PAS negative che esprimevano l’ormone follicolo-stimolante e/o l’ormone luteinizzante. Infine, in due casi erano presenti adenomi tireotropi costituiti da cellule basofile o cromofobe PAS negative che esprimevano l'ormone stimolante la tiroide. Nei gatti con adenomi gonadotropi o tireotropi non è stata evidenziata una malattia ipofisi-dipendente. L'indice di proliferazione Ki-67 era inferiore negli adenomi somatotropi rispetto agli adenomi melanotropi. Quattordici gatti con adenoma somatotropo o melanotropo sono stati sottoposti ad ipofisectomia e hanno avuto un tempo mediano di sopravvivenza di 899 giorni contro 173 giorni dei casi non chirurgici (17 gatti). Dopo aver aggiustato per età, dimensione e tipo di adenoma, i gatti ipofisectomizzati hanno avuto un tempo di sopravvivenza complessivamente migliore rispetto ai casi non chirurgici (P = 0,029).
Fattori associati alle variazioni della temperatura rettale nel cane sottoposto ad anestesia
L’obiettivo del presente studio era quello di determinare i fattori associati alle variazioni della temperatura rettale (rectal temperature, RT) nei cani sottoposti ad anestesia.
In questo studio osservazionale sono stati inclusi in modo prospettico 507 cani afferenti presso 5 ospedali veterinari; In tutti i soggetti, la RT è stata registrata al momento dell'induzione e del risveglio dall'anestesia (cioè, al momento dell'estubazione). Sono stati registrati anche i dati demografici, il body condition score, la classificazione dell'American Society of Anesthesiologists (ASA), il tipo di procedura eseguita e i farmaci somministrati, la durata dell'anestesia e l'utilizzo del supporto termico. Per determinare i fattori che erano significativamente associati ad una diminuzione o un aumento (o nessun cambiamento) della RT è stata eseguita un'analisi di regressione multipla.
Valutazione di diversi parametri ematochimici nella tigre siberiana
I parametri ematologici e biochimici svolgono un ruolo importante nella salvaguardia della salute degli animali e nella prevenzione delle malattie, ma i valori di riferimento dei parametri ematochimici di molti animali selvatici sono ancora sconosciuti. Recentemente, sono state riportate delle valutazioni di alcuni parametri del sangue nelle tigri siberiane (Panthera tigris altaica) perché queste tigri costituiscono una specie in via di estinzione; tuttavia, è estremamente difficile ottenere campioni di sangue necessari per queste analisi.
Questo studio presenta la valutazione di 14 parametri ematologici e 16 parametri biochimici in 133 tigri siberiane, di cui 112 e 21 provenivano rispettivamente dal Parco della Tigre Siberiana di Heilongjiang (HB) e dal Parco della Tigre Siberiana di Hailin (HD), Cina. Il presente studio è il primo a determinare i seguenti parametri nelle tigri siberiane: ampiezza di distribuzione eritrocitaria, conta piastrinica, volume piastrinico medio, amilasi, rapporto sodio/potassio, globulina e rapporto albumina/globulina. Poiché i dati per la bilirubina totale e l'amilasi non erano statisticamente significativi, non è stata condotta alcuna analisi statistica per questi parametri. Pochi parametri erano significativamente differenti a seconda del sesso e della regione di provenienza (P <0,05). La concentrazione di fosfatasi alcalina è diminuita, mentre la creatinina è aumentata con il progredire dell’età. La concentrazione di creatinina delle tigri allevate in HB era molto inferiore a quella delle tigri allevate in HD.
Incidenza e fattori di rischio per il linfoma felino nel Regno Unito
L’obiettivo del presente studio era quello di determinare l'incidenza e la prevalenza del linfoma felino nel Regno Unito e identificare i fattori di rischio ambientali e del singolo paziente.
Sono stati inclusi, in modo retrospettivo, gatti con diagnosi di linfoma nel 2016 afferenti presso strutture veterinarie di assistenza primaria del Regno Unito. I casi dovevano avere una diagnosi confermata da un laboratorio esterno basata su citologia e/o istopatologia. Per identificare i fattori di rischio per il linfoma è stata utilizzata una regressione logistica multivariata.
Misurazione della proteina C-reattiva in corso di discospondilite nel cane
La proteina C-reattiva (C-reactive protein, CRP) è una proteina di fase acuta positiva che aumenta in molte condizioni infiammatorie del cane. La concentrazione sierica di CRP ha un'importante utilità diagnostica e prognostica negli esseri umani con osteomielite vertebrale. L’obiettivo del presente studio era quello di determinare se esiste una correlazione tra la concentrazione sierica di CRP e i reperti clinici e di risonanza magnetica (magnetic resonance imaging, MRI) in cani con discospondilite; un ulteriore obiettivo era quello di valutare il valore prognostico della CRP.
Sono stati inclusi, in modo retrospettivo, 18 cani di proprietà con diagnosi di discospondilite ottenuta tramite MRI. In ogni soggetto sono stati registrati i seguenti dati: segnalamento, segni clinici, esame neurologico, conta dei globuli bianchi, conta dei neutrofili, concentrazione sierica di globulina, concentrazione sierica di CRP, reperti radiografici e di MRI, risultati della coltura batterica e outcome.